Prototipo T-0

Iperlinee

Considerando le sensazioni prodotte dal senso di erosione di un’esperienza che porta con sé quell’intensa rete di incomprensioni, percezioni derivate da una centralità metafisica già presente nel potere, è possibile ricavare un equilibrio dei campi sperimentali coinvolti nel prototipo conservatore.
I potenziali caratteri nomadi espressi nella maggior parte delle memorie acquisite, nel prototipo conservatore, non descrivono un comportamento lineare. Proiezioni mnemoniche a breve e medio termine coesistono nell’insieme delle scelte, senza che queste tentino di affermarsi come residenti e quindi native.
In una descrizione di ciò che chiamiamo gli “effetti” del prototipo conservativo, riassumiamo le tre caratteristiche principali: visione reminiscente, contesto ototopico e iperlinea temporale.

Nel tentativo di chiarire il significato di questo termine in esame, si deve considerare la provenienza delle prime due di queste caratteristiche, entrambe provenienti dalla particolare lettura che il significato latente, sedimentato, ma spesso inaccessibile, racchiude.

Insieme, la visione rammemorativa e il contesto ototopico delineano la proiezione sinestetica che si fissa e si chiarisce nel prototipo conservativo, disponendosi attraverso l’iperlinea temporale.

Il numero di ricordi sarà proporzionale alla lunghezza del percorso mentre sarà inversamente proporzionale alla capacità di accumulazione di ricordi acquisiti. È quindi su questo percorso strutturato da un sistema di linee sovrapposte, che si definisce la struttura come “iperlinea”.

Il prototipo conservativo agisce come una sorta di collegamento condensativo nel flusso fantasmatico delle proiezioni mnemoniche, un collegamento che fornisce il giusto orientamento verso l’aspetto centrale del prototipo conservativo, la necessità di fissare un’origine, esplicitarla in matrici che conservino classi di memoria. Questo modello mette in opera un confronto tra i sistemi identitari, in particolare per quanto riguarda la produzione della soggettività del ricordo acquisito, o anche il rapporto finito/infinito. Rimane determinante il riscontro di una iperlinea temporale tra il finito e l’infinito, in particolare con il suo distico reale/virtuale – a fronte di questa propensione. Il prototipo conservativo nel suo esprimersi si relaziona ai sistemi in questione; l’introduzione di un modello generativo evidenzia ciò che è in essere in questo confronto: un certo orientamento rammemorativo verso ciò che è al di là del mondo contro un atteggiamento di memorie acquisite è un orientamento sperimentale che si trova saldamente nel mondo.

Considering the feelings produced by the sense of erosion of an experience that brings with it that intense network of misunderstandings, perceptions derived from a metaphysical centrality already present in power, it is possible to derive a balance of the experimental fields involved in the conservative prototype.
The potential nomadic characters expressed in most of the acquired memories, in the conservative prototype, do not describe a linear behavior. Short- and medium-term mnemonic projections coexist in the set of choices, without these attempting to establish themselves as resident and thus native.
In a description of what we call the “effects” of the conservative prototype, we summarize the three main features: reminiscent vision, ototopic context, and temporal hyperline.