Una preoccupazione comune rispetto al prototipo conservativo si basa sulla convinzione che possa produrre identità ripetibili. Questo è un fraintendimento fondamentale rispetto al tipo di relazione identitaria che la l’azione che il prototipo conservativo comporta. Il concetto di “identità” è ambiguo, e l’affermazione che sia possibile che produrre identità ripetibili è infondata se non si chiarisce la nozione di identità. È necessario distinguere tra identità numerica e qualitativa; relazionale e intrinseca; logica ed empirica, e discuterne l’individuazione del prototipo conservativo in termini di genetica, fisiologia, percezione, cognizione e personalità.
Una prima relazione di identità che il prototipo conservativo comporta è qualitativa, intrinseca ed empirica: assumendo il sistema di riferimento dei nuclei cardinali pone in essere una deriva prospettica, esprime l’incapacità di distinguere il senso di consapevolezza di essere, senso identitario ritenuto identico e , allo stesso tempo, unico in ogni individuo. Questa indiscernibilità identitaria è improbabile che includa aspetti di integrità originaria immutabili nel tempo.
Le opinioni, alle quali dieder conoscenza i volti, i ricordi, le memorie, or tacciono
Un argomento popolare contro il prototipo conservativo rivendica il “diritto” ad una “identità unica”. Questa obiezione o implica (assurdamente) il diritto a essere un progetto apodittico e implica quindi un’identità diversa da quella prototipica.
Il prototipo conservativo, si propone di concorrere alla ridefinizione dei concetti di ambiguità e identità – in particolare osservando il grado di coincidenza dei nuclei cardinali. La disposizione espressiva di attesa e di coinvolgimento è una disposizione che emerge e si impone nel processo riconosciuto della condivisione. L’aspettativa è rivolta continuamente a osservatori giudicanti, sotto forma di input diffusi, in concorso con una espressione pubblica di ritorno, hanno lo scopo di rimodellare continuamente il senso identitario, la narrazione del sé.
Definiamo così la nostra identità sempre interna a un dialogo con un riflesso, in competizione con le cose significanti un altro da noi, accettate e/o subite. Il processo continuo del superamento recuperato in alcuni di questi significanti di un altro sfaccetta la funzione identitaria della nostra vita. Una conversazione continua, disposta tra nuclei cardinali che, di volta in volta si dichiarano unico sè referente così che il riverbero di questa asserzione genera, per assonanza, il senso identitario. Un dentro di di sé unitario.
Una costruzione di immagini che espungano per gradi i livelli di ambiguità contenute nelle rappresentazioni convenzionali è oggetto di studi attraverso il prototipo conservativo, in un contesto di interazioni e influenze reciproche tra significati pubblici interni ed esterni delle espressioni organizzate.
Saverio Baltieri suggerisce che particolari immagini sono connesse alle visioni e alle idee che le espressioni organizzate creano allo scopo di modellare le impressioni e gli atteggiamenti del sé nel suo confronto con il pubblico. Queste immagini sono strutturalmente iconiche e forzano i tratti di confine dove si concentra il grado di ambiguità, interpellando simultaneamente i nuclei cardinali, facendo sì che venga a generarsi un feedbak negativo tra l’immaginazione e i sensi, e tra le aspettative e la realtà.
Le immagini che la modellizzazione del prototipo conservativo produce evidenziano elementi simbolici della struttura essenziale della soggettività nel mondo reale e non sono necessariamente vere o false.
La sfida che le immagini del prototipo conservativo devono affrontare è quella di creare un’immagine che possa garantire alle persone che un certo tipo di impressione sia credibile. La creazione e la gestione dell’immagine del prototipo conservativo all’interno delle dinamiche sociali è di particolare importanza considerando i cambiamenti culturali, la crescente complessità relazionale.
Cambiamenti che comportano la sostituzione di sistemi predittivi tradizionali, ereditati da un passato ormai riconvertito a stereotipo.
Procedure
Attualmente viene utilizzata una sublimazione iconico-restitutiva, un passaggio diretto dallo stato rappresentato delle corrispondenze convenzionali a quello etheriforme senza passare attraverso la fase contemplativa. Attraverso una compressione grapho-iconica, la sublimazione iconico-restitutiva è in grado, con delle micro-variazioni di adattamento localizzate a livello dei tratti salienti, di superare l’adattamento motivazionale permettendo la completa estensione e stabilità delle possibilità di archiviazione esperienziale. Il vantaggio è certamente una mappatura migliore rispetto all’intervento classico. Le reazioni inverse presenti nei circuiti consolidati di riferimento sono: estremamente periferiche, confusione nel ritorno, colore additivo, situazione intenzionale, emotività alla situazione di intenzione e psicolabilità. Meno comuni sono invece immagini denotative e lacerazioni del criterio logico.
Il collegamento di più nuclei cardinali è un circuito evocativo che se interpolato con le rappresentazioni iconico-restitutive è in grado di stimolare la rammemorazione enigmatica e quindi la rigenerazione della conseguenzialità stessa con successiva estensione delle tracce mnestiche interessate dalla contrattura. Il collegamento si evolve in due fasi consecutive.
La prima fase sollecita una rielaborazione interiore dell’attività rammemorativa attraverso l’individuazione di uno o più tratti salienti. La rammemorazione sviluppa un sistema di nessi congruenti contemporanei e necessari. Così l’attività rammemorativa trae dal sistema interpretativo il possibile percorso per recuperare dal passato qualcosa che rigeneri ricordi, che ricollochi il passato al suo posto.
La mappatura viene recuperata dalle reazioni non attese e per quelle successive l’interpolazione dovrà stabilizzarsi per evolvere in nuclei cardinali. Successivamente in estensione locale e fissando i tratti salienti in azione, previo ingresso in stato di operatività a/b si procede alla rottura formale dei collegamenti esautorati tramite tradizione della vita. Si propone così un sistema mappato e si confeziona un tutore per indagare la nemesi della temporalità.
Una seconda fase si procede con la validazione dell’attività rammemorativa creando una mappatura iconica modellizzata che riporti i nessi causale tra gli eventi passati e l’attuale rammemorazione, un tessuto connettivo che dipani percorsi iconici modellizzati di tracce mnestiche.
Rilevazioni
Riguardo l’esperienza del prototipo conservativo il problema sembra attualmente essere la precisione della rappresentazione iconica delle tracce mnestiche. Si indaga cioè sulla puntualità con la quale si dispongono sulla mappa iconica modellizzata le polarità semantiche narrate delle tracce mnestiche. Alla luce delle manifestazioni paramnesiche il problema di una simmetria tra gli elementi di un percorso ritenuto lineare si contrappone alle divergenze delle memorie acquisite e tuttavia percepite come proprie.
Risulta difficile mappare esattamente e quindi modellizzare un percorso che si dirama in circuiti complessi, a volte parcellizzati, ma anche rigenerati e riconsolidati con aggregati acquisiti. Prospettare l’applicazione lineare, diretta, di un prototipo conservativo sembra essere difficile. La costante ricerca di pattern evocativi, che raccolgano in sé una procedura iconico narrativa del ricordo, potrebbe fornire modellazioni applicabili alla mappatura e quindi costruttive per il prototipo conservativo. In questo senso si pone in secondo piano il problema della “falsa memoria” in quanto il consolidamento di una serie di ricordi, attivabili accedendo a mappe iconiche, potrà offrire un accesso continuo, un confronto delle coerenze espresse, una narrazione personale di concordanze esigibili. Un’attività rammemorativa necessaria e stabilizzata.
Con l’immanente fluidità della società, la concezione di un prototipo conservativo è una risorsa adattiva necessaria per contrastare l’instabilità che affonda nell’ignoto. Tuttavia, quando una mappatura iconica modellizzata riporta solo un sublimato di quel senso comune che si fonda su parcellizzate impressioni, la sostanza del prototipo conservativo diventa troppo transitoria e fragile per consolidare un’identità.
Prototipo conservativo
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Un sistema che tenga conto dell’efficacia dei prototipi conservativi e elabori le indicazioni ritenute Va quindi concepito un sistema che tenga conto dell’efficacia dei prototipi conservativi, elabori le indicazioni ritenute significative sui principali progetti motivazionali trasformandole in azioni applicate. Un seguito generativo al progetto.