Della Paramnesia

Del sublime artificio della doppia vita

“Così nei vortex si insinuava il Lar ansioso di esplorare. Era infatti sua abitudine addentrarsi in terre poco esplorate e malinconicamente dimenticate, collegate solo da rare intuizioni, troppo fioche per compiersi in riflessione. Impressioni e sensazioni del resto non andavano oltre la selvaggia regione dell’istinto”. da Il vissuto nel doppio esistere, di Saverio Baltieri.

Ora, sebbene le competenze del Baltieri non siano state tali da consentirgli un’analisi completa delle cause che determinano il manifestarsi della paramnesia, è nelle soluzioni alle problematiche del doppio che il suo studio si rivelò significativo. Lo studio del Sé, nel suo rispecchiarsi in realtà sconosciute, offre ancora oggi spunti di riflessione che vale la pena approfondire per quanto sia di difficile una risoluzione definitiva in merito al controllo cosciente dell’ospite “inatteso”.  

L’opera di Saverio Baltieri affronta e sostanzia quella struttura dicotomica tanto cara al viaggio di formazione, lo stupore intuitivo del suggestivo meraviglioso e il bisogno del saldo ordinamento armonico della logica, per una costante ricerca della conoscenza. Il viaggio del Baltieri viene intrapreso attraverso l’esplorazione di un territorio definito sconosciuto: “l’altro da Sé”. Rappresentazione sulla base di una trasposizione antropomorfica per la quale, egli, adotta l’uso di una mappa organico-concettuale, funzionale, a suo parere, alla sua conquista.  

L’equilibrio fra funzione didattico-logica connettiva e funzione intuitivo-creativa è il presupposto del risultato finale. Il Baltieri aderendo quindi al modello del viaggio di formazione, settecentesco realizza delle carte “topografico-antropomorfe”, le famose “umanazioni” divenute nel tempo emblematiche e significative dimostrazioni di percorsi apodittici necessari ad ogni viaggio nel territorio del Sé. 

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