Della Paramnesia

La stasi mitica

Con ogni probabilità la stasi mitica era presente durante i manifesti sentimenti atmosferici allorquando, nelle vie dedicate al trasbordo dei flussi spiralici, veniva a scemare l’energia dell’identità e del sistema delle memorie acquisite. Era infatti l’atmosferica prossimità del Lar che cagionava eccitazioni elettriche in forma spiralica. Essendo profittevolmente distribuita nell’aria, la presenza del Lar, si propagava verso il suo obiettivo cagionando nel corpo violato una irregolare distribuzione di consapevole presenza di sé e apportando, di conseguenza, disordini nelle funzioni proprie dell’orientamento.

All’avvicinarsi di ogni contatto tentato dal Lar, il soggetto percepiva la necessità di raggiungere uno stato di alterazione mitologica.

La trasformazione, seppur vissuta nel torpore di una visione, mostrava forme fuori dal comune. La condizione stuporosa, con ogni probabilità, veniva vissuta come realtà indiscutibile. Una vivida e verace percezione che imponeva al soggetto un conflitto sofferto di straniamento dalle memorie familiari. Quando sicuro di avere il pieno controllo delle proprie facoltà additava all’ambiente circostante e al mondo intiero di esser mutato sotto l’influenza della cagione divisata dei fatti.

Accadeva sovente di sentirsi aggrediti da profondi stati di mutazione, che si travisavano specialmente quando queste ancestrali variazioni agivano sull’organismo che ricacciava da sé il raziocinio per liberare l’animale invitto che alberga nel profondo di ognuno diffondendo comportamenti violenti e spaventosi.

Le fiere che hanno necessarie l’altrui carni, spaventando i voraci nemici lanciano un supremo grido, espressione di una necessità alla sopravvivenza, compendio di coraggio e di terrore.

Limitando le condizioni logiche e raziocinanti, il soggetto in preda a stasi mitica, affermava il proprio diritto alla vita ma ignorava l’influenza della tragedia, macchina dalle superbe capacità di trasmutazione, che il Lar utilizzava sovente per farsi largo in personalità troppo definite.

Questa tensione che il Lar generava nel soggetto non può da sola spiegare come queste elettive percezioni di carattere mitologico agivano e, tuttora, agiscano sull’animo del poveretto. L’organismo, in special modo nei soggetti più deboli, viene privato di una porzione della raziocinante logica naturale che tanto fortemente ci tiene saldi nel mondo.

Viene a scemare l’attività rammemorativa nel cervello tanto che l’atmosferica profusione di ricordi, essendo impalpabilmente distribuita nell’aere, decade rovinosamente verso il suolo.

L’inerzia delle reminiscenze cagiona nel corpo una irregolare distribuzione della conoscenza di sé e del mondo e comporta, di conseguenza, la generazione disordinata di metamorfosi.

Ma sia pur nell’incerto mondo, il soggetto dichiara di voler calarsi nell’azione, sentendosi, a tutti gli effetti, artistico e contemporaneo nel suo esprimersi.

Esperienza e mistero è tutto ciò che sappiamo. Ma potremmo sapere molto di più purché smettessimo di ostinarci su ciò che dovremmo lasciar andare.

Chimaira