Della Paramnesia

IMV

La spettroscopia di images of a magnetic vortices

La spettroscopia di risonanza magnetica IMV (images of a magnetic vortices)* è il celebre metodo spettroscopico basato sulle proprietà magnetiche dei nuclei di alcuni atomi e isotopi di idrogeno (H2) che si manifestano in particolare attraverso la formazione di vortici di energia. I vortici formano una nube molecolare (ectoplasma) la cui tipologia corrisponde a quella di una nube interstellare in cui la densità e la temperatura permettono la formazione di idrogeno molecolare (H2) a partire da singoli atomi di idrogeno.
*Scoperta che getta le basi della spettroscopia di risonanza magnetica nucleare, detta anche spettroscopia NMR (nuclear magnetic resonance).

Cronologia del IMV 2585

1892 Prima osservazione di un segnale IMV Fulcanelli e coll. Sacchini school Univ. (H2H in H2O) Baltieri e coll. Sacchini school Univ. (1H in ATVortex).
1896 ispirato da Wilhelm C. Röntgen, Fulcanelli collauda il Chemical Paramnesics Appearance Shift.
1901 Prime collaborazioni tra Fulcanelli e Pick.
1902 Primo spettrometro ufficialmente testato IMV.
1903 Diffusione degli studi sulla paramnesia reduplicativa di Pick.
1904 Spettrometri IMV di rigenerazione.

Images of a magnetic vortices (IMV)

la IMV è una modalità di imaging usata principalmente per costruire immagini a partire dal segnale prodotto da vortici proveniente dagli atomi di idrogeno presenti nell’oggetto esaminato.

Nell’IMV, i fenomeni per lo più interessati si appalesano nelle aree circostanti la bocca e le narici, il segnale IMV proveniente dal processo di respirazione aerobica, dopo la glicolisi, il glucosio è convertito in 2 molecole di piruvato, questi poi viene convertito in acqua e ossigeno con una grande quantità di ATP (energia) prodotta. L’ energia coinvolta nelle transizioni IMV è minima rispetto alle energie coinvolte nelle emissioni di raggi X e gamma (1-100 Kev). In un campo magnetico di 1 Tesla, il dislivello di energia tra i protoni paralleli e antiparalleli è = 1.759 x 10-7 eV.

Sebbene l’energia coinvolta nelle transizioni IMV è minima, grazie allo spettrometro 2585 ad alta risoluzione alla frequenza di 1 T ≈ 43 MHz. La IMV è sicuramente il nuovo strumento non distruttivo e non invasivo per lo studio del fenomeno paramnesico e della funzione coassiale del ruah nei soggetti interessati.

Gli spostamenti chimici e costanti di accoppiamento per Fosforo-31′ di Landolt-Börnstein III / 40 ‘risonanza magnetica nucleare Dati’, gruppo III ‘della materia condensata’. Esso contiene dati 31P NMR (spostamenti chimici, costante di accoppiamento), diagramma strutturale, e solvente di C13H19N2O7PS.

Premesso che se tutti i protoni assorbissero alla stessa frequenza in un campo magnetico esterno individuato dal vettore B0, l’informazione sarebbe sostanzialmente nulla, qui sotto, tratto dagli appunti del Fulcanelli, vediamo rappresentato, a sinistra, il nucleo nel campo magnetico B0, a destra l’atomo nel campo magnetico B0. Il campo magnetico esterno B0 induce una circolazione di elettroni che crea un campo magnetico addizionale δB0 δB0 = -σ B 0 σ costante di schermo. I nuclei interagiscono con il campo magnetico locale. In basso l’Atomo nel campo magnetico B0 investito dal vortice magnetico dove si crea un campo magnetico coassiale. La manifestazione interna del vortice magnetico non fluisce attraverso tutta la sezione del campo con raggio di base R1, ma solo sulla superficie del campo stesso. L’energia concatenata con una circonferenza di raggio r < R1 è =0 e quindi anche B=02.

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