Della Paramnesia

Della permeabilità dell’umore a mezzo del trasporto scenico

Per fermo che fosse nella riconosciuta eccellenza de’ assegnamenti prescritti, la predilezione di tale natura che dà a talune ragioni sostegno e sollecita i più capaci ingegni, addiviene luminescente come quelle vene d’oro che in certi monti solo taluni riescono a scoprire o di come si ammira che alcune perle di certi mari, le quali nascenti da quella incognita forza che i corpi rimodella e gli umori armonizza, sì presentino agli scopritori originali vibranti iridescenze, così noi somministriamo agli organi della mente degli ospizi di quei Lari che in loro albergano, incrementi d’umori contemporanei e universali.

Così che noi, affinché egli vincer possa sull’ospite oscuro, nel corto spazio di sette passaggi appena dovremo superar quel sé medesimo nel sacro e nel profano, nel giocoso e nel serio, dovremo contrastar a quella nascosta natura ogni vissuto che abbia in sé meraviglia, che solo, errante unico, intero, poiché in possesso di tutti gli umori innestati, possa prevalere così da averne ragione nelle grazie del dialogo.

E allora spiriti desti, sottili e vivaci, spediti al muoversi, presti all’apprendere, acuti nel penetrare e fecondi nel concepire, o per qual che ne sia la cagione, saranno quel mezzo scenico che opererà la rigenerazione.

Tale scenico trasporto, perfetto nello stile, eseguirà a quella sua parte ove morte non potrà involarlo e, appena uscito dal pesto e ascoso rifugio, sapendo poter vincere la gloria di più insigni e vecchi Lari, si fa autore di sé medesimo e finalmente autore di originali pensieri.

Ma profonda è l’orma che nell’uomo di alto intelletto stampa il Lar che affatto disconosce lo spazio nell’universo, e tuttoché brevi sieno i suoi momenti, la sua rapida vita è bastevole a cangiar l’andamento delle cose per molti secoli. Il Lar fornito di spirito vivace vive in colui che, negletto, non lo avesse per lo innanzi veduto così che solo nell’impresa del trasporto scenico, colui che ospita il Lar possa comprendere ad un tratto quanto era da farsi e, trovati i meccanismi dell’inganno, tornerà all’espressione tal per la quale si ergerà a direttore di sé medesimo.

E noi esecutori del trasporto scenico lo saluteremo qual rinato alla musica della vita, perché si ergerà a direttore delle opere proprie, e darà le norme di tutti gli intendimenti suoi. Prima difatti in lui gli stranieri eseguivano il ricordare e il ragionar di essi.

Ma quando egli cominciasse a divisar di sfuggire a quegli accompagnamenti diversi dalla voce del proprio cuore, ad intrecciare frasi famiglie distinguendo i motivi differenti, a mettere in voga lo scorrere tra le fissate rammemorazioni ed al cimento di una salita sulle ripide vette dei sensibili intuiti, sentirà egli i suoi umori rinascenti.

Questa nostra arte in gran tempo separata dalla schiera del volgo, ha saputo colla somma sua intelligenza, e con accuratissime esperienze trar fuori allo splendore delle anime in sé concluse quelle memorie familiari, che per l’innanzi dentro all’oscuro grembo del Lar erano ascose: onde siccome lì verranno espunte, che poi a giungere sarà quella rivivificazione con essi suoi unici pensieri per la quale egli si è meritata.

Si lavora intorno alle spirali, e se n’è principiata l’azione, che si spera riuscirà chiarissima per esser decisiva ad una certa condizione di inopinatum statum. Quando si disse di aver visto il vorticismo insito nel cuore, lo si affermò per causa del paramnesico stato a conto del vanadio che nero, o bianco, in effetto di vortex lo si disse per immaginazione non che lo si vedesse perché costituitosi nello stesso cuore è dato mutato. Da un certo movimento, acciocché si venga a fare in luogo di singolo sentimento che talora si riscontra essere in quella parte d’ogni anima umana, senza che la difforme opra l’aprisse a nuova sostanza, ora si appalesano effluvi umorali e le rammemorazioni sono aperte alquante, di sommatorie costanti, e non vi si trova una corrispondenza nel cuore.

Vi ha da essere un percorso necessario, ma ancora non si può dire realmente che abbia in tale regione o in tal altra il suo luogo, perché questa verità è ora ascosa; si è ben trovato che si intende bene nei campi magnetici della testa e naturalmente dovrebbe esser quivi appresso, e per adesso non si può dire perché è necessario averne delle altre anime più vive.

Si lavora intorno alle spirali, e se n’è principiata l’azione, che si spera riuscirà chiarissima per esser decisiva ad una certa condizione di inopinatum statum. Quando si disse di aver visto il vorticismo insito nel cuore, lo si affermò per causa del paramnesico stato a conto del vanadio che nero, o bianco, in effetto di vortex lo si disse per immaginazione non che lo si vedesse perché costituitosi nello stesso cuore è dato mutato. Da un certo movimento, acciocché si venga a fare in luogo di singolo sentimento che talora si riscontra essere in quella parte d’ogni anima umana, senza che la difforme opra l’aprisse a nuova sostanza, ora si appalesano effluvi umorali e le rammemorazioni sono aperte alquante, di sommatorie costanti, e non vi si trova una corrispondenza nel cuore.

Vi ha da essere un percorso necessario, ma ancora non si può dire realmente che abbia in tale regione o in tal altra il suo luogo, perché questa verità è ora ascosa; si è ben trovato che si intende bene nei campi magnetici della testa e naturalmente dovrebbe esser quivi appresso, e per adesso non si può dire perché è necessario averne delle altre anime più vive.